Durante questi anni dedicati all'apprendimento della tecnica manga e di tutto quello che ci sta dietro, anche a livello editoriale, mi sono accorto più volte che l'impressione della gente nei confronti di questo medium è condizionata da bias particolarmente persistenti. Che vuol dire? Che la gente è convinta di molte cose che in realtà non sono vere, i bias di cui siamo vittime e che spingono a credere a luoghi comuni, ma in realtà portano semplicemente a credere al falso. Tipo pensare che il manga non abbia la stessa dignità di altri "colleghi" come la graphic novel e il fumetto d'autore, qualsiasi cosa queste definizioni significhino (il che è tutt'altro che chiaro).

Quest'oggi andiamo a capire dove sta la dignità del manga, cioè quale è il valore percepito del manga, e soprattutto in base a che cosa questo valore viene attribuito da parte del pubblico. Ma lo facciamo solo dopo aver rilassato le chiappe ed ascoltato la nostra sigla.

Edizioni merda e dignità compresa nel prezzo

Sono appena tornato da LCG, fiera che più volte è stata lodata per l'offerta così vasta (pure troppo, l'abbiamo detto) e ricca di input culturali di qualsiasi genere. Il centro di una manifestazione come LCG è sempre stato il fumetto, la narrazione sequenziale in tutte le sue forme. Questo lo dobbiamo ammettere, anche se da un certo punto in poi il games ha fatto un balzo in avanti così forte da essere addirittura incluso nel nome della manifestazione. Epppure, diciamolo anche questo, è innegabile che alcune forme di narrazione sequenziale sembrano essere più "dignitose" di altre. Per esempio se dovessimo quantificare l'impegno che oggi LCG mette per rendere dignitosa la self area, questo non sarebbe un grande sforzo: le realtà presenti pagano un botto di soldi per avere uno spazietto minuscolo in un quadriportico in culandia, con delle fantastiche paratie di pellicola tipo domopak attorno. E grazie al celo che ci sono, ste paratie, così evitano che il ventazzo portentoso che tira sempre là dentro spazzi via tutto quello che c'è in quel quadriportico. Dunque le forme che sembrano essere più dignitose (e a cui ben volentieri LCG dà importanza) sono le forme più ricche, proprio economicamente parlando. Quelle che hanno più soldi, per essere chiari. Gli editori che hanno più soldi possono permettersi padiglioni monomarca, per esempio, non devono essere stipati in un quadriportico che devi trovare con il lanternino ma nemmeno in una tensostruttura con mille brand diversi, hanno panel e incontri, possibilità quindi di DICHIARARE in modo esplicito la loro dignità, che equivale in questo mondo del manga disastrato a quanti soldi spendi e quanto rutilante la tua presenza è a livello di spettacolarità. Ecco che questo genera per quella casa editrice o per quel brand il VALORE PERCEPITO dalla gente, dal lettore comune e non solo, anche dagli altri addetti al settore. Quella casa editrice è degna di avere un padiglione monomarca, anzi no! è degna proprio perchè ha un padiglione tutto per se! Il valore percepito dal pubblico non corrisponde tanto al valore delle pubblicazioni o dell'offerta, ma corrisponde all'ostentazione di quella stessa dignità, del tutto abritraria e comprata a suon di spese, a suon di soldoni.

Mi spiego meglio. Un manga pubblicato da Panini o da Star Comics agli occhi della gente ha un valore percepito superiore ad un manga pubblicato da Ishi, Ikari, Toshokan o Senseimanga. Molto di questo valore viene dal fatto storico di essere più vecchie delle altre, più antiche, e quindi più blasonate. L'equivalente delle case di Game of Thrones, le più vecchie sono anche le più dignitose. Nel mondo dei lettori manga, quelli più distratti possono persino essersi persi l'arrivo sul mercato di una casa editrice nuova, Musubi edizioni per esempio, ma Panini, Star, J-Pop sono state sotto gli occhi e i riflettori del pubblico per così tanti anni che i lettori ormai le conoscono tutti.

Altro valore agli occhi della gente viene dal parco titoli della casa editrice: quanti sono e quali sono i titoli che quella determinata casa editrice è in grado di licenziare e localizzare qui in Italia. Sono due cose che vanno di pari passo, perchè più è antica la casa editrice, più ha reputazione presso i compagni editori giapponesi, più quindi essi saranno disposti a cedere loro i titoli più blasonati dietro congruo compenso. E qui si verifica un primo eccezionale corto circuito del sistema. Se ci soffermiamo un attimo sul prezzo dei volumi, così, di primo acchito è piuttosto facile considerare un po' strano che i titoli più importanti vengano venduti dalla casa editrice a prezzo più basso. Cioè, in realtà non è per niente strano, vengono venduti a prezzo basso perchè si suppone vengano comprati dai giovani e giovanissimi che di soldi ne hanno molti di meno e provengono tutti dalle tasche dei genitori. Gli adolescenti sono da sempre il target principe dell'intrattenimento a fumetti e del manga in particolare, storicamente le testate dedicate agli adolescenti in giappone vendono molto di più rispetto alleriviste seinen, e questo da sempre. Ma anche in america, il target adolescenziale è sempre stato quello a cui i fumetti più venduti di sempre hanno fatto riferimento, X-men in primis. Per consentire agli adolescenti, che in teoria dovrebbero essere il cuore pulsante del mercato del manga e del fumetto in generale (ma che in pratica non lo sono più da un pezzo), di comprare due volumi o tre al posto che uno solo, si abbassa il prezzo dei volumi dei titoli che sono più famosi e conosciuti presso quel tipo di target. Blue Lock, Gachiakuta, Chainsaw Man, lo stesso One Piece… Tutti titoli di grande rilievo che vengono venduti ad un prezzo basso, appena sopra o appena sotto le 5€. Suona del tutto logico, se pensiamo alle caratteristiche del target presunto (edizione economica per chi soldi non li ha) ma allo stesso tempo è strano. Sono titoli di grandissima qualità, di autori di rilievo che hanno saputo interessare un botto di persone, quindi se tanto mi dà tanto e la qualità è direttamente proporzionale al prezzo (cioè più vale una cosa più quella cosa costa) allora non ha nessun senso che titoli del genere siano venduti a così poco.

Dignità del prezzo in Giappone e in America

In giappone, il mercato del manga mainstream ha una sola tipologia di volumi (tankobon di 200 pag circa, morbidi, brossurati e sovracopertinati) che è considerata standard, e un prezzo uguale per tutti. Non ci sono edizioni economiche, o meglio l'edizione economica è già la rivista contenitore, ma quando il tankobon arriva nelle librerie, ci arriva nell'edizione standard in tankobon, con sovracoperta, stampe eccelse con rifiniture di stampa a volte notevoli, colori pantone o argento e oro, verniciatura UV lucida e in rilievo ecc ecc, e con un prezzo sempre uguale. Chiaramente per i manga di maggiore successo, anni DOPO la prima pubblicazione in tankōbon, le case editrici pubblicano nuove edizioni rinnovate

Aizōban (愛蔵版 lett. "edizione da collezione"): edizione spesso di lusso pensata per essere riposta e collezionata, più costosa, con carta di qualità e contenuti extra e copertine ridisegnate. Basso numero di copie distribuite e materiale molto raro da collezione per appassionati.
Kanzenban (完全版 lett. "edizione completa"): completa il materiale contenuto nelle edizioni precedenti, con materiale originale a colori, correzioni, pagine extra nuove o mancanti nell'edizione originale. Formato più grande, focus sul contenuto.
Bunkoban (文庫版 lett. "edizione tascabile"): edizione economica in formato tascabile, generalmente più piccolo dell'edizione originale tankōbon. Numero maggiore di pagine e stampati su carta sottile di alta qualità con nuove copertine.
Shinsōban (新装版 lett. "edizione con nuova copertina"): riedizioni dei tankobon, con nuove copertine. 
Wideban (ワイド版, waidoban, lett. "edizione larga"): edizione in formato più grande con un numero maggiore di pagine rispetto al tankōbon.

Quindi c'è comunque una varietà di edizioni anche nel mercato giapponese, ma come in ogni mercato che si rispetti PRIMA esiste uno standard che livella la dignità della prima edizione in tankobon. I tankobon in giappone costano tutti più o meno 600Y. Chi più chi meno, perchè è sempre presente una minima differenziazione in base al target anche da loro.

Prendiamo ad esempio un altro mercato altamente strutturato: quello americano, i floppy costano tutti uguali, cioè 4,99$. Poi chiaramente ci sono edizioni pornolusso che costano 50$ a botta, ma si parla di una differenziazione dovuta a formati ed edizioni deluxe postume all'uscita di single issue e TPB. Il formato standard del mercato, in america, esiste ed è il singolo floppy e costa sempre uguale ed è realizzato sempre con gli stessi materiali. Da noi, l'edizione di Gachiakuta che meriterebbe di avere sovracoperta e una carta decente, compresa quella di copertina, è invece trattata come carta da culo per essere venduta ad un prezzo ridotto. Cortocircuito.

Uno penserebbe che per dare dignità ad un prodotto che vale si debba fare un'edizione quantomeno simile a quelle di altri prodotti meno famosi che invece vengono venduti a 7,90€ e invece pago SOLO 4,90€. Se parliamo di valore percepito, che è l'unica cosa che conta per il compratore, vi spiego dove sta il cortocircuito: se io pago 4.90€ per gachiakuta, mi aspetto di pagare lo stesso esatto importo per tutti i manga della qualità di gachiakuta! Non solo, se un manga non mi dà quell'esperienza di lettura incredibile che ho provato leggendo gachiakuta, perchè cazzo mai l'ho pagato di più? Se la dignità del manga viene relazionata dal lettore (e badate bene, in maniera del tutto comprensibile) al prezzo di vendita, huston abbiamo un problema. Nel mercato americano non c'è differenza nel valore percepito di un fumetto DC rispetto ad un fumetto Image o Oni Press, perchè il prezzo finale all'utente è esattamente lo stesso. Il lettore non è fuorviato da prezzi più alti o più bassi, il prezzo è non lo induce a pensare che un fumetto valga più dell'altro. Non lo induce nemmeno a comprare un fumetto perchè è più economico. In questa maniera, libero da costrizioni, può scegliere molto banalmente QUELLO CHE GLI PIACE DI PIU'. La vedete questa libertà ritrovata dell'utente?

Hokuto no Ken e la dignità rubata

E voi mi direte, certo, ma se la casa editrice può permettersi (perchè di questo si tratta, guardatevi la supposta sulla colpa delle case editrici, di fare delle Le ragioni della casa editrice 🟢 edizioni a prezzo più basso, tanto meglio, no? In fondo lei può fare quello che vuole coi suoi soldi.

Mmm, interessante questo "ognuno può fare quello che vuole coi suoi soldi", dove l'ho già sentito… Ahhh eccooo, nei vari commenti ai post o ai video di coloro che hanno "comprato" l'incontro privato con il sensei Hara, durante quei giorni pazzi di LCG. Coloro che si sono comprati l'incontro hanno speso, ben lo sapete ormai, 6000 o 12.000€, a seconda di quanti soldi gli uscivano dal culo in quel momento, scusate il francesismo, e tutti li a dire: "beh ma ciascuno può fare quello che vuole dei suoi soldi", una regola comune del materialismo capitalista valida universalmente, oppure un altro commento davvero intelligente: "ehh, son tutti invidiosi, che se avevano 12.000 cucuzze per il sensei le spendevano anche loro! E invece erano poveri!"

Cosa hanno in comune le edizioni merda dei manga delle case editrici con i prezzi incredibilmente alti di questi "incontri privati" coi sensei? Una cosa, che è anche l'argomento di oggi: non contribuiscono a regalare dignità al manga.

Per quanto riguarda le edizioni merda, l'abbiamo già detto: abituano il pubblico a pensare, a percepire, che i manga VALGANO 4,90€, qualsiasi sia il loro contenuto. Quindi che valgano poco.

E gli incontri con il sensei Hara, in qualche modo, hanno lo stesso identico effetto: rubano dignità al manga che lui stesso ha creato. Il manga diventa solo un token, un mezzo, una via preferenziale per incontrare il mito in carne ed ossa, o le origini del mito, per stare in tema: il Sensei è l'unico vero dio, l'unica cosa da adorare, l'unica cosa che può avere un valore percepito di 6000 o 12000€, perdendo così di vista la cosa essenziale, accecati da qualcosa che se costa così tanto avrà anche un valore così alto, no?

Invece parliamo della cosa essenziale: è vero che il sensei Hara è uno dei più importanti e influenti disegnatori del panorama manga di tutti i tempi? Solo un pazzo lo negherebbe. Ma è vero che coloro che hanno pagato quelle cifre per un incontro con il sensei hanno letto i suoi lavori, hanno sentito sulla loro pelle l'impatto delle pagine del suo manga più famoso nonchè unica hit, hanno capito quanto fosse ULTRA la sua produzione in quegli anni? Io ne dubito in maniera molto, molto forte. Altrimenti, per esempio, gli sarebbe difficile considerare Hokuto no ken come "un'opera del maestro Hara", quando tutta la parte scritta dei contenuti, dalla storia fuori di testa, alle ambientazioni postapocalittiche e i contenuti fortemente critici erano opera di qualcun altro, cioè Buronson, pseudonimo di Yoshiyuki Okamura, anzi uno dei suoi pseudonimi. Raga, la gente pensa che kenshiro sia un'opera di hara! Non è così! L'ha scritta Buronson! E c'era di mezzo il loro editor, che entrambi descrivono come una bestia senza pietà, che sapeva solo terrorizzarli e spingere per le nuove consegne.

Ma ancora di più, la gente pensa che Kenshiro sia un cartone animato degli anni 80! Come un fulmine dal cielo, raga! Penso che la maggiornza assoluta dei fan di Kenshiro venga dall'anime, non certo dal manga! A parte quelli che hanno fatto outing sui social dichiarando di avere speso quella cifra per un incontro con il Mito Hara sensei, per cui è evidente che il manga non rappresenti un cazzo di nulla al di fuori del collezionismo puro, altrimenti ne avrebbero parlato almeno un po' dell'impatto che un ultra manga del genere ha per forza nella tua vita di lettore, io sono pronto a scommettere che gli altri super-acquirenti dei perk "incontra Hara sensei" hanno visto l'anime in TV e il manga lo hanno collezionato di riflesso senza nemmeno dargli una svista. Ma chi davvero ha letto il manga sa mettere le cose al posto giusto. Sa dare il giusto valore alle cose. Sa che il valore del manga di hokuto no ken sarà sempre e comunque superiore al valore del suo disegnatore. O dell'anime che l'ha conquistato da bambino "perchè le teste esplodevano."

Se al contrario non ci vede bene, se è accecato da cose come l'esclusività collezionistica di un'esperienza banale, di una foto rubata, di un'emozione che non ha alcun senso sia l'esperienza più emozionante della tua vita, allora tenderà a dare più importanza, più dignità al personaggio che te la garantisce, tale esperienza, rispetto che all'opera creata. Che è sbagliato sotto tutti i punti di vista. Se davvero pensi che sia una delle esperienze più importanti della tua vita, io sono triste e ti abbraccio. Non voglio pensare al vuoto che nella vita hai provato e ancora provi. In tutta sincerità, mi spiace davvero per te, perchè non c'è dubbio che senti l'ineluttabilità del nulla che ti circonda. Mi spiace che devi spendere 12000€ per vivere un'esperienza indimenticabile che dura qualche minuto e ti lascia in mano così poco. Spendili pure come vuoi, eh, i tuoi soldi! Ma più che invidia, quello che provo è estrema simpatia nei tuoi confronti. Fratello, mi spiace, davvero, per te.

Potenza del dono e recupero della dignità

Tutti noi abbiamo un vuoto dentro, ne ho parlato nella supposta su nichilismo e collezioni manga Nichilismo manga e variant🟢, ma raga, ve lo ripeto ancora una volta, pensare di poterlo riempire comprando e possedendo cose e l'inzio di un percorso inesorabile verso l'infelicità. Questo ve lo può assicurare gente molto più competente di me, tipo tutti gli psicologi e i filosofi del mondo. Ma lo percepite anche voi, perchè nel momento in cui quel tankobon speciale tocca la vostra libreria, muore, voi lo sentite che esala l'ultimo respiro, lo sentite che non vale più nulla, e dentro di voi muore anche la sensazione di fulfilness, quella sensazione di appagamento che avevate provato all'idea di possederlo scompare all'istante, e avete bisogno di qualcosa di altro in un circolo di consumismo senza fine.

E raga, c'è un modo per eliminare questa cosa, ed è pensare non più a quello che possiedo io, al mio tessoro, ma a quello che con il mio tessssoro io posso dare agli altri. Libertà è donare tempo, pensiero, azioni, oggetti, manga, a chi è vicino a noi. Libertà è liberarsi dalle cose che ci appesantiscono, compreso il giudizio nei confronti di ciò che è altro da sè. La via dell'asceta è libertà, e quando sei libero non hai nulla di cui preoccuparti, compreso quel vuoto interiore. Quando scrivo queste supposte, io sono libero. Vi offro il mio tempo e le mie considerazioni consapevole che non me ne viene un gran cazzo in cambio, e anche se gli abbonamenti sono da poco attivi, la mia intenzione è investire tutto quello che posso guadagnare dagli abbonati per creare un futuro sostenibile per il manga, che è la cosa che amo. E voi mi direte "che bravo daniele, ti elogi da solo, ti prendi come esempio virtuoso da seguire! Complimenti per la modestia!" Ma non è questo raga: io voglio farvi capire una volta per tutte che questa cosa che faccio, le supposte, la faccio per me quanto la faccio per voi! In ultimo, realizzare questo podcast dal titolo così strambo rende felice me per primo! Dopo 55 supposte o quante sono, ormai ho perso il conto, questo è il progetto che mi rende più felice, ogni settimana, che mi fa guardare al futuro con speranza e non con l'angoscia di quel vuoto dentro che anche io sento. Perchè ve lo regalo. Non vedo l'ora, davvero, di svelarvi quali sono le mie idee per aumentare ancora questa mia felicità e aumentare anche la vostra di riflesso, in un vero rapporto mutualistico, in cui è addirittura difficile distinguere se lo faccio per fare del bene a me o a voi. Il mondo dovrebbe essere così, non una guerra che non finisce mai fra chi possiede cose più esclusive e chi no!

Perchè in ultimo, questo ruba dignità al manga. Toglie dignità alla lettura e all'esperienza artistica, intesa come usufruire di cose che ci innalzano dalla nostra condizione di macachi dal culo nudo dell'hokkaido che si spulciano a vicenda, cose che ci portano sopra noi stessi, sopra le nostre meschinità, sopra le nostre piccolezze, verso la spiritualità di cui abbiamo già parlato nella supposta sulle pratiche spirituali manga. La lascio qui e la adoro, per cui andate a guardarvela Pratiche spirituali manga🟢 In ultimo, idolatrare un'esperienza, ancora più che un sensei, dandogli l'equivalente in euro di un viaggio in Giappone, per esempio, toglie dignità al prodotto artistico in sè, gli toglie tutto quello che l'ha resa, quell'opera, una delle più importanti del panorama manga di tutti i tempi. Confondere l'autore per l'opera è una cosa che non porta nessun contributo al linguaggio manga e nemmeno al mercato, perchè va ad identificare qualcuno come detentore, portatore di salvezza, quando invece è l'opera che ha creato ad essere salvifica. Non è Hara Sensei, il salvatore, ma Kenshiro. è lui ad essere sceso come un fulmine dal cielo. Un fulmine che nemmeno Buronson e Hara potevano immaginare avrebbe fatto un botto simile. Tant'è vero che, nonostante i numerosi tentativi, Hara Sensei non ha fatto altro che vivere di riflesso, poggiandosi su quell'opera straordinaria che non è mai riuscito a replicare, ed è riuscito giusto giusto, molte volte, ad imitare.

A tal proposito, è davvero curioso come ci sia gente la fuori per cui sapere che l'autore ha dei comportamenti che non consideriamo accettabili condiziona il fatto che leggiamo le sue opere o meno. Le shitstorm sulla Rowling, per esempio, hanno fatto dire a un sacco di gente: rinnego quello che ha fatto, non leggerò mai più harry potter, perchè, diavolo, se l'ha scritto una come lei, con le idee del cazzo che ha, allora tutto quello che partorisce diventa di riflesso una merda. Ma lasciatevelo dire da chi autore lo è: le nostre opere vivono indipendentemente da noi, indipendentemente dal fatto che siamo pezzi di merda che vanno dietro alle ragazzine (cosa che succede spesso in giappone) oppure sante persone super simpatiche e affabili. Diamine, molte delle opere che adoro sono scritte da pezzi di merda, spocchiosi e maleducati. Per questo ho sempre delle remore ad avvicinarmi agli autori. Non mi interessano. Non sono loro che io amo. Non voglio che loro prendano il posto delle opere splendide che hanno creato.

La verità è che noi autori siamo conduttori. Quello che scriviamo, disegnamo, come lo disegnamo, è un processo complesso di cui non sappiamo una beata mazza. Abbiamo delle nozioni tecniche, certo, ma perchè qualcosa risuoni così potentemente nelle casse toraciche dell'umanità noi non lo sappiamo minimamente. Viviamo la nostra vita provando a creare cose, nell'attesa che una risuoni nel mondo, nelle teste e nei cuori dei nostri lettori. E quando succede, non è certo per meriti o demeriti nostri, ma piuttosto perchè qualcosa ci viene suggerito da qualcuno che non siamo noi. Qualcuno che sta più in alto di noi e ci usa come strumento. Per questo è molto difficile riconoscere che valiamo qualcosa, dentro. Siamo consapevoli soltanto dell'enorme fatica fatta per raggiungere il punto in cui siamo, ma se siamo onesti non possiamo identificare come il frutto dei nostri sforzi il successo o meno di un'opera. Io sono ancora un sognatore, un idealista, uno che pensa che se qualcosa vale davvero la gente lo vedrà, e non sarà risucchiata via dalla shit slop, la valanga di merda a cui ogni giorno viene sottoposta. Sta diventando sempre più difficile però. La shit slop fa presa ormai su chiunque, rendendo la dignità di qualcosa direttamente proporzionale ai numeri: quanti like, quanti follower, quanti repost, quanti soldi, ecc ecc. Il valore percepito è un valore direttamente proporzionale al valore numerico. Persino per quanto riguarda i tempi di produzione! "Ci ha messo dieci anni" ohhhhh! E questo dovrebbe essere sinonimo di qualità, di dignità? Ma anche no! Se ci ha messo dieci anni c'è un solo motivo, è un procrastinatore seriale! Eppure i numeri condizionano la notra percezione del valore, irrimediabilmente. Merito di un sistema in cui più vendi e più hai valore, di cui tutti siamo vittime, noi autori per primi.

Parificatore di dignità: l'Internet Delle Cose

Per ritrovare la dignità delle opere, in questo mondo in cui i numeri sono così importanti, l'IDC ci è quasi senza saperlo venuto già in aiuto. E la cosa assurda è che le stesse aziende capitalistiche si sono spostate senza volerlo in questa direzione! Infatti un trend che da un bel po' di tempo sta facendo spostare i modelli di business è quello delle sottoscrizioni a pagamento. Quante sottoscrizioni, quanti abbonamenti avete, raga? Io un bel po' perchè sembra che ormai non si possa usufruire di niente se non tramite abbonamento! E ha un senso a livello di business, eh: le sottoscrizioni se fatte poi vanno avanti per un po' di tempo perchè da parte del cliente c'0è bisogno di una volonta ben precisa di interromperle e il cliente deve prendere il controllo e fare delle azioni, cosa tutt'altro che semplice, e che prevede dello sbattimento. C'è stato un momento in cui io stesso non sapevo bene quali sottoscrizioni a pagamento avevo effettuato online. E sicuramente anche adesso qualcuna mi sfugge. Ho cominciato a rendermi conto di come funzionavano questi abbonamenti, quando ne ho fatto uno in real life, per la piscina. Ero determinato a fare un tot di vasche alla settimana, e quindi ho comprato un abbonamento semestrale alla piscina della mia città. Ci sarò andato due volte in sei mesi. Che merda.

Ma il senso è che il business online ha scoperto la figata di farti fare un abbonamento. Con l'abbonamento, basti pensare a Netflix, ti arriva un botto di roba, e alla fine te la tieni perchè NON hai voglia di disdire. E bisogna dire questo: l'abbonamento è un vero parificatore di dignità. Su Netflix vediamo le peggio porcherie messe accanto a film d'autore, con registi famosi, film vincitori di oscar messi vicino a K-Pop Demon Hunter, insomma a parte alcune differenze di visualizzazione (proprio il modo in cui netflix te le fa vedere, quelle cose, alcune più grandi altre più piccole, altre ancora non te le fa proprio vedere, cose che contano comunque), a parte questo tutto quanto ha la stessa dignità, che è la dignità della piattaforma, quindi di Netflix. Non una grande dignità, siamo d'accordo, ma comunque non esistono prodotti di serie A e di serie Z, tutto quanto è equiparato e pagato essenzialmente con il costo dell'abbonamento mensile.

L'IDC è arrivato a strutturare un sistema (e non dimentichiamoci chi l'ha fatto nascere questo sitema, cioè la pirateria) paritario per definizione. Tutto è uguale se piazzato sulle pagine virtuali di una piattaforma. Sulle piattaforme di lettura manga e webtoon per esempio, abbiamo un sacco di opere, tutte quante parificate. Non hanno diversi costi, non hanno diverse edizioni, la loro dignità sotto questi aspetti è identica. Questo è un ottimo inizio per non farsi condizionare dal prezzo di un singolo volume, o dallla qualità della cover, per esempio. E quindi poter andare a scegliere basandosi esclusivamente sulla qualità soggettiva prima e oggettiva poi di ciascuna opera. Certo, ci sono altri criteri che entrano in gioco sulle piattaforme, tipo la quantità di visualizzazioni e commenti, e questo è un altro super bias, perchè siamo ormai convinti che più un'opera abbia condivisioni, like e follow e commenti, più sia valida. No raga. No. Questa è una deriva della società dello smartphone, di cui abbiamo già parlato, che porta solo e soltanto a più ansia e più depressione da parte degli utenti tutti. Infelicità, in una parola.

L'IDC puro, quello delle scanlation, quello delle piattaforme aggregatrici illegali che non fanno altro che mettere insieme tutto il materiale che trovano, è il parificatore per eccellenza. Non fraintendetemi, non sto decantando le lodi di queste piattaforme, io amo la pirateria, ma non queste piattaforme aggregatrici, che sono nate solo per sfruttare il lavoro della pirateria a fine di lucro, e ci sono riuscite, anche. Poche di loro hanno cambiato rotta, come Manga Rock ora diventato legale e trasformatosi nella piattaforma INKR, perchè voleva tenere fede alla sua missione piratesca di aiutare i nuovi mangaka. Tutte le altre piattaforme continuano a fare soldi con la pubblicità oppure proprio con delle sottoscrizioni mensili, o ancora con un acquisto una tantum che fa sì che la pubblicità scompaia. Ma anche qui la pirateria sta già aggirando persino queste piattaforme, utilizzando canali telegram, discord privati, siti web proprietari. Tornando alla parificazione assoluta.

Supponendo che ci possa essere un sistema di acquisto online di manga digitali che funziona )cosa per nulla scontata), questo sarebbe il parificatore perfetto. Ma anche qui, i costi andrebbero livellati ad un prezzo adeguato che sia lo stesso per tutti, che ora come ora non c'è. Conviene troppo la produzione classica in cartaceo!

Parificatore di dignità: l'incontro consapevole

Questo per quanto riguarda il prezzo. E per quanto riguarda il rapporto fra il manga e l'autore, tipo pagare un rene per un incontro con Hara e una stampa? (raga, una STAMPA glicee, che non è altro che una riproduzione potenzialmente infinita di un originale che non avrete mai, quindi tutt'altro che esclusiva.) Il discorso che abbiamo appena fatto a riguardo potrebbe far sembrare che io sia in disaccordo con l'incontrare gli autori, faresi fare shikishi o dediche, foto ecc. Raga, non è così. Io non sto discutendo di quanto sia bello incontrare gli autori dei manga che abbiamo amato, io sto parlando del fatto che sempre (e dico sempre) l'autore è secondario rispetto al manga, all'opera di cui si è fatto strumento portatore. Se bisogna pagare di più, bisogna farlo per l'opera in sè, NON per l'incontro con l'autore. Ho visto gente dire "ehh, ma stupidoni quelli che dicono che si paga 12.000€ per un incontro, si paga così per la stampa! POI c'è anche l'incontro!" No, raga, no. Non è stato così per il pubblico di collezionisti italiano che ha "comprato" queste stampe (ripeto STAMPE) ultracostose. Quello che hanno comprato NON è la stampa, nessuno di loro ha comprato quello, tutti hanno comprato l'esperienza. TUTTI. E questa esperienza vale, siamo d'accordo, ma non così tanto di più dell'esperienza della lettura del manga. Non deve essere così! Altrimenti siamo alle solite, un TOKEN prende il posto di quello che vale. Come quando si colleziona qualcosa, si piglia quella variant che è un token da riporre. Un trofeo, un achievement, che vale in quanto tale ma non per la sua qualità intrinseca.

Impariamo ad amare le opere e non gli autori, raga, perchè gli autori sono poca roba in confronto alle opere che producono. Credetemi. Sono uno di loro. Siamo solo conduttori per qualcosa di più grande, che non siamo noi. Pensateci come dei fratelli, non come degli Dei! Farete un favore a voi stessi e anche a noi.

Ma torniamo al discorso della dignità, e diciamo un paio di cosette in più sul rapporto autori e lettori. Ci deve essere. Non sto sostenendo di eliminarlo, anzi proprio il contrario, e ve lo dirò meglio nelle supposte sul futuro mercato del manga. Il rapporto con gli autori deve essere più stretto, più ricorrente ma soprattutto più consapevole. Per ora c'è un'immensa inconsapevolezza, da parte di chi "colleziona" questi incontri. Esempio classico di cortocircuito inconsapevole: il collezionista di incontri si lamenta se l'autore NON vuole disegnare sullo shikishi uno sketchetto di merda di un personaggio diverso da quelli hce fa di solito. E sta facendo la fila gratis per avere gratis un disegno originale. Lo stesso collezionista di incontri NON si lamenta minimamente se deve spendere 6000€ per una stampa. Come ragiona? Con molta poca consapevolezza di quello che sta facendo e di cosa sta ottenendo in cambio, cedendo alla dignità data dal prezzo: se costa così tanto, dunque varrà così tanto.

Invece no. Lla via di mezzo è quella più che giusta per tutti: il collezionista di incontri sia consapevole che DEVE DARE QUALCOSA all'autore, per avere un giusto corrispettivo. Vuole uno shikishi? Lo paghi il prezzo stabilito dall'autore. E allo stesso tempo, non sia disposto a pagare incondizionatamente cifre scandalose (sotto tutti i punti di vista di cui il primo è sicuramente etico) per una stampa, neanche un originale. Se a 12.000€ avessi avuto una tavola originale di Hara, avrei capito e avrei approvato. Ma una stampa e uno shikishi? L'abbiamo visto nella prima supposta dedicata al collezionista che vi lascio qui sopra Chi è il collezionista manga 🟢 quanto poca attenzione dedichino gli autori ad uno shikishi, giusto? Di solito si disegna direttamente a fude pen senza dedicare nemmeno un secondo a pensare alla matita, giusto? Sappiamo come gli autori facciano molto spesso gli stessi identici sketch per ottimizzare le file e le vendite in fiera, giusto? Tutta questa consapevolezza che abbiamo ormai acquisito deve sfociare in un metodo diverso di incontro con l'autore. E ad un ridimensionamento degli autori a favore delle loro opere.

L'ho detto e lo ripeto: un manga che ha venduto milioni di copie nella storia non necessariamente ha una dignità superiore ad un altro manga che ha venduto soltanto migliaia di copie. Dobbiamo smetterla, tutti insieme, di considerare i numeri come un sinonimo di qualità oggettiva o importanza soggettiva per la nostra vita. Dobbiamo smetterla di comprare un manga soltanto perchè lo prendono tutti. Questo è il ragionamento di un macaco dal culo nudo dell'okkaido, ma noi siamo ad un livello decisamente superiore, dopo cinquanta supposte. Sappiamo che le nostre azioni e le nostre spese e acquisti influenzano il mercato in maniera profonda, fino a determinarne cambiamenti epocali, storici. Siamo in un periodo in cui da un momento all'altro la consapevolezza dei lettori cambierà per sempre il mercato. Se non succederà, sarà soltanto perchè il mondo o il mercato o entrambi finiranno prima.

Conclusione

Concludo. Come facciamo a dare al manga la dignità che merita? Ancora una volta la risposta è essendo più consapevoli delle scelte che stiamo compiendo. Le scelte di pancia, o peggio di merda, prese in base ad un istinto che vi dice "devo averla, devo possedere quella cosa" non sono la risposta a nulla, prima ce ne accorgeremo e meno soffriremo nel nostro futuro, non rispondono nemmeno ai nostri bisogni più profondi! Sono soltanto la risposta a stimoli del mercato che ormai sono diventati dei veri e propri condizionamenti mentali. Subdoli e ingannevoli. FOMO per colmare vuoti interiori. Quindi una sola cosa fermerà questo scempio della dignità manga: evitare le scelte affrettate. Niente scelte basate su presunti valori percepiti, niente scelte prese perchè le prendono tutti o perchè tutti ne parlano, niente scelte prese seguendo dunque il valore percepito di quel manga piuttosto che di quell'altro. Non è più tempo di prendere decisioni basate su prezzo, visibilità, quanti meme ci hanno fatto, non fatevi ingannare da queste cose, perchè non indicano una dignità maggiore, un valore maggiore. è tempo di capire esattamente cosa vogliamo e di dirigere le nostre scelte consapevoli di questo, sia che scegliamo qualcosa che vogliamo, sia che ci avviciniamo di nostra volontà a cose che invece sappiamo di non volere.

Tutta la differenza sta in quanto siete liberi in quello che state facendo. Se sentite che NON POTETE PERDERVI quella occasione, probabilmente potete benissimo perdervela.

Anzi, se la perderete scoprirete che non era poi quella grande occasione imperdibile. E sarete felici di averla persa.

Niente ansia, niente percezione di sconfitta. Sarete liberi.

E finalmente in grado di prendere scelte che sono soltanto vostre.